Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Avere o essere? La scoperta e la variante di Fromm.

 

avere-essere

 

AVERE, ESSERE o E$$ERE?

Da ragazzo,
esplorando in una bancarella dell’usato,
ho notato un libro dal titolo magnetico.
“Avere o essere?” di un certo  Erich Fromm.
Fromm?
Mai sentito. Lo compro.

Già dal titolo interrogativo
si capiva che l’autore
era propenso all’essere,
altrimenti avrebbe invertito
i termini della questione
e quindi della sua opera.

Quel giorno,
senza neanche leggere il libro,
ho voluto dare la mia risposta istintiva.
Così, nella prima pagina interna,
ho aggiunto, a matita,
la doppia barra verticale dei dollari
alla parola chiave:
E$$ERE.

Riaprendo quel libro oggi,
mi viene da sorridere
per quel segno provocatorio
ma ribadisco l’idea di fondo.

Dicono che i soldi non diano la felicità
ma che servano a soffrire comodamente.
Vero.

Nella mia visione i soldi non sono il fine
ma il mezzo che consente di raggiungere
belle cose per te e per le persone che ami.

È possibile che anche l’avere
sia connesso alla bellezza?

Non guardo la televisione, eppure,
qualche mese fa, sono arrivato,
per caso,
a un video in cui
Claudio Baglioni e Laura Pausini
cantano insieme “Avrai“.

Oltre all’interpretazione dal vivo,
mi ha colpito il testo.

La parola “avrai”, in questa canzone,
è sempre connessa a situazioni magiche,
a quadri poetici,
a immagini visive e sonore toccanti
e mai, mai, mai
è legata al possesso,
all’egoismo, alla cupidigia.

Nel testo così intenso e ricco,
scelgo tre strofe:

Avrai parole nuove da cercare
quando viene sera
e cento ponti da passare
e far suonare la ringhiera….

Avrai carezze
per parlare con i cani….

Avrai una radio per sentire
che la guerra è finita…

Questo testo è la rivincita dell’avere
connesso alla bellezza.

Magari è il modo (CENC come e non cosa)
la formula che mette in equilibrio
avere e essere.

Mi piace pensare  che,
per accedere alla scuola dell’essere,
ovunque essa sia,
e agli insegnamenti più preziosi,
sia necessario
un biglietto ideale molto caro,
altrimenti i partecipanti
non riescono a comprenderne l’importanza.

Ciò che costa poco,
è reputato di scarso Valore.

Mi è capitato alcune volte,
in circostanze particolari
e sempre volentieri,
di regalare un Marchio.

Riconosco però che, così facendo,
non ho agito
per il bene della persona amica
e per il bene della sua Impresa.

Infatti,
pur in presenza
di una Marchio impeccabile,
creato su misura
in virtù dei codici della logogenesi,
la persona amica non comprendeva a fondo
il valore assoluto che, da sempre,
è connesso al sacrificio.

Il Sacrificio, lo ripeto,
significa fare la cosa sacra
così come nel panificio
ci si sveglia all’alba
per fare quotidianamente il pane.

Sacrificio e comprensione del valore
possono diventare la chiave
che apre le porte dell’essere,
anche attraverso l’avere.

Sergio Bianco #logogenesi

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