Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Infilare le sfumature dei simboli nella pipa di Magritte.

 

 

La sfumatura,
nella tecnica pittorica,
è un passaggio graduale
da un colore ad un altro.

Questa è la definizione
che appare
nel dizionario Treccani.

Nella tecnica del disegno,
la sfumatura è l’arte
di rendere meno netti,
definiti e precisi
i contorni di figure e oggetti
per esprimere
un senso di lontananza,
di diversa messa a fuoco
e di movimento.

In musica, la sfumatura
è il passaggio progressivo
da una nota all’altra.

Nel linguaggio parlato o recitato,
la sfumatura traduce graduali
intonazioni della voce:
l’espressività del suono.

La sfumatura si manifesta,
“figarescamente”,
nel taglio scalato dei capelli,
nella sottigliezza
di un ragionamento arguto,
nella percezione colta
di una differenza minima
ma significativa.

La sfumatura
è presente in Natura,
nelle meraviglie del mondo
animale e vegetale.

A dicembre,
nella piazzetta sul mare
di Borgio Verezzi,
ogni persona rimane incantata
di fronte alle sfumature magiche
del tramonto.

Come è possibile
essere contrari
al fascino della sfumatura?
Come è possibile
essere contrari all’intelligenza
di una mediazione fluida
visiva e sensoriale?

Ebbene, il Metodo Logogenesi,
afferma che, nel dominio dei simboli,
la sfumatura è depotenziante
e sconsiglia vivamente di utilizzarla.

Nelle 432 pagine del libro maestro
sono spiegate le ragioni
per cui Logogenesi,
le sfumature le infila direttamente
nella pipa di Magritte.

Sergio Bianco #logogenesi

 

 

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