Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Salire sulla cupola del planetario col cappello.

 

Planetario-Zeiss-Folon-cappello

 

Nell’articolo pubblicato ieri,
ho introdotto l’argomento
delle cupole geodetiche di Adriano Graziotti.
Nel 1926, quando Graziotti aveva 14 anni,
l’Impresa Dywidag costruisce
il Planetario Zeiss, a Jena, in Germania.
La volta emisferica del planetario
ha uno spessore minimo: sei centimetri
e un diametro di 25 metri.
La cupola è formata
da una rete di sbarre metalliche
assemblate a triangolo.

planetario-zeiss-cappello

Quello che sorprende,
guardando le foto d’epoca,
è la disinvoltura degli operai
che si arrampicano sulla struttura
con il loro inseparabile cappello.

Mi ricordano i dipinti
o le sculture di Folon,
l’uomo col cappello,
icona della visione onirica dell’artista.
Questo è il potere dei simboli
capaci di trasportarti
dalle pagine di un libro di architettura
a un uomo con occhio di sole.

Mi piace pensare
che quel cappello a prova di vento
sia vero.

Mi piace pensare
che nel cappello di ognuno,
gli architetti che hanno progettato la cupola,
i finanziatori che l’hanno sostenuta,
le maestranze che l’hanno realizzata,
e i visitatori che l’hanno ammirata
ci siano le ali per volare.

Sergio Bianco, Logogenesi

 

 

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