Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Uni-verso. Prove di una goccia di pioggia nel temporale.

 

singola-goccia-pioggia

 

Appunti di viaggio.

Come in un disegno di Folon,
con il mio cappello carico di pioggia,
entro in ritardo al Teatro Dal Verme di Milano
per l’evento del Dreamers Day.

Mi siedo in fondo.
Buio in sala.
Sul palco si materializza
un gruppo di persone
progressivamente illuminato.

Sono più di cento.

È un coro senza strumenti:
Soffio leggero del vento,
mani che strusciano,
braccia di rami che si alzano,
si muovono e ondeggiano
nel cielo del teatro.

Mentre inizia a gocciolare in modo gentile
si sente lo schioccare ripetuto delle dita.
Poi piove più forte,
battito di mani sulle gambe,
il ritmo cresce,
poi un tuono,
fragore di piedi battuti per terra.

Segue una sequenza di tuoni,
salti assordanti sulla pedana del palco,
poi un brontolio diffuso
come un tramestio temporale,
scarpe che segnano un passaggio di tempo.

A occhi chiusi
sento il cappello bagnato tra le mani
e non distinguo sogno da realtà.

Ecco, ora non piove più.
Torna il sereno con un canto crescente
di celesti volieri nella natura.
Soffi e respiri.

C’è bellezza e stupore
negli occhi del pubblico
che assiste allo spettacolo
in uno dei Teatri più prestigiosi d’Italia.

In origine non era certo così.
Mi piace pensare
che la magia di questa performance corale
sia il punto di partenza,
l’origine dell’idea.
Nella metafora,
la prima goccia di pioggia
che ha scatenato questo temporale.

Mi piace pensare al direttore d’orchestra
mentre  spiega la sua idea visionaria
che inizia a contagiare più e più persone
fino a generare il coro.
Coro è un parola preziosa:
contiene oro al 75%.

Immagino le sere dedicate a incontrarsi,
a conoscersi,
a correggere errori
fino al progressivo
e inesorabile perfezionamento.

“Amore, questa sera non posso,
ho le prove!”.

“Prove di cosa?
Suoni per caso l’oboe alla Scala?”
No, Amore,
sono solo una goccia di pioggia nel temporale,
un goccia nel tempo 
ma questa sera devo proprio andare…

Il Simbolo creato per il Dreamers day
è il numero Uno tracciato dal gesto della mano.
Tutti possono farlo.
Il gesto solenne ascende al cielo
e traccia la direzione liberando i tre protoni
nel passaggio alchemico dal piombo all’oro.

Questo coro memorabile
e, in particolare, la singola goccia di pioggia
che sceglie ed è fiera di essere tale
è un esempio fulgido di uni-verso.

L’Uno, la singola persona,
nella sua integrità,
compenetrata con un piano infinito.

Sergio Bianco. Logogenesi

 

 

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