Celesti volieri: origine e significato del nome.

La mia preziosa compagna
ama in modo particolare i delfini.
A volte,
li sente prima ancora che siano visibili
e poco dopo, immancabilmente,
i delfini appaiono.

Tra gli animali, i miei preferiti
sono i celesti volieri.

Quando sforno il pane,
con rituale semplice,
la prima fetta è per loro.
In qualsiasi parte del pianeta mi trovi,
mi sento protetto,
rassicurato e affascinato
dai celesti volieri.

Perchè li definisco così?

In primis perchè celesti volieri
è un nome colorato di cielo e di vento,
Il nome contiene la tecnica
delle vele spiegate:
un misto tra forza della natura
e i codici leonardeschi del volo.

In secondo luogo
il termine uccelli , per me, è una parola rubata
e preferisco non utilizzarla
se non in casi esplicativi come questo.

Amo i celesti volieri.
Preferisco evitare l’espressione
furbetta e ironica dell’ascoltatore
appena allude al doppio senso volgare,
privo di ironia e intelligenza.

Sono tante le parole rubate:
a volte il massaggio è confuso con la prostituzione,
l’isola è confusa con la spazzatura,
la missione di pace è confusa con la guerra.

Le parole rubate, appena perdono
il loro significato puro e primordiale
non sono più le stesse:
niente torna come prima.

Torniamo ai celesti volieri,
così come li disegno io.

È un tratto unico che ha origine dall’occhio,
delinea il becco e poi le ali.
La linea rappresenta la vita unica e irripetibile.
Ogni attimo, ogni azione,
ogni gesto della nostra esistenza,
si manifesta in modo sinuoso ma lineare
e contribuisce a dare forma al presente,
il centro dell’occhio,
fulcro visivo e origine della spirale.

Il celeste voliero
è come la matrice rovesciata del sigillo
che dà vita all’impressione diritta su ceralacca.

Infatti lo disegno sempre
procedendo in senso contrario:

il centro dell’occhio del celeste voliero
è il presente: Qui e ora.

Sergio Bianco, Logogenesi

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