Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

Fulcro visivo, neuroni a specchio e fili invisibili.

 

merlettaia

 

Fulcro visivo,
neuroni a specchio e fili invisibili.

Nel quadro “la merlettaia”,
dipinto da Vermeer nel 1664,
l’ago è il fulcro visivo
nel quale si concentrano
lo sguardo e l’attenzione.

Eppure l’ago non si vede.

Il maestro olandese
non lo ha dipinto sulla tela.
Due fili sottili
formano una sorta di V
che ha origine e vertice
nel fulcro visivo.

Altri due fili invisibili
partono dagli occhi della merlettaia
e convergono esattamente in quel punto.

In una superficie di cm 27 x cm 33,
misura reale dell’opera,
la composizione gestuale,
porta l’occhio esattamente
in quel millimetro quadro della tela.

Si innesca il meccanismo
dei neuroni specchio:

Lo spettatore riflette
la stessa cura,
la stessa attenzione
e la stessa concentrazione
della donna dipinta.

Gli occhi pittorici della merlettaia
e i milioni di occhi reali
si concentrano tutti
sullo stesso punto.

Per questo motivo, nella mia visione,
il quadro di Vermeer
è amato dalle persone.
Per questa riflessione e connessione
che travalica il tempo,
per questi fili invisibili
che conducono sguardi del passato
e del futuro
alla stessa illusoria
e invisibile meta.

Sergio Bianco #logogenesi

 

 

Un pensiero riguardo “Fulcro visivo, neuroni a specchio e fili invisibili.”

  1. Nicola Pisani ha detto:

    Nei fili invisibili che connettono sguardi del passato e del futuro si cela il mistero dell’arte: un’illusoria meta che attrae ed unisce milioni di occhi attraverso i secoli.

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