Scritti di Sergio Bianco nel dominio dei Simboli.

La vera luce dei Simboli senza sfumature depotenzianti

 

 

Il simbolo creato in virtù
dei codici della Logogenesi,
è un segno puro, chiaro, sintetico,
coerente, perfettamente riproducibile,
espresso nel file originale
con tratto pieno,
senza sfumature depotenzianti.

Il segno pieno e puro,
nel suo contrasto equilibrato
tra bianco e nero,
consente sviluppi successivi impeccabili
come, ad esempio,
la stampa del simbolo in rilievo a secco
oppure la versione tridimensionale
del simbolo stesso
realizzata in molteplici materiali,
dall’acciaio alle diverse leghe.

Il simbolo puro,
stampato in rilievo a secco
su carta pregiata,
o su lamina sottile di metallo,
può essere fotografato con luce radente
dando vita
a un’immagine emozionale suggestiva.
Tale immagine è vera.
Autentica. Non c’è finzione.
Per tale motivo è consentita,
utilizzata e promossa
dal metodo Logogenesi.

Nella foto, ad esempio,
il simbolo creato con metodo Logogenesi
per Mauri 1969, editori e stampatori di Cremona,
impresso in rilievo a secco su cuoio.
Tutto vero.

Diversamente, una elaborazione
che il metodo Logogenesi non approva
è il finto rilievo del segno grafico
presente nel file originale del Simbolo.

Il questo caso,
si presuppone la presenza
di una fonte di luce inesistente
che simula il rilievo del simbolo stesso.

Mercedes, Audi, Toyota
e numerose imprese di livello internazionale
pur avendo, in origine,
simboli puri e impeccabili,
commettono questo errore
e inseriscono nel simbolo
sfumature depotenzianti
o tratti sottili
che simulano un rilievo falso e inesistente.

Si manifesta così un paradosso:
l’inutile necessità
di elaborare ciò che è perfetto
creando una finzione.

Questa differenza
tra verità e finzione del simbolo
è fondamentale
perchè manifesta la visione dell’impresa
di comunicare in modo onesto e veritiero
oppure artefatto.

In conclusione,
il simbolo deve essere sempre espresso
in modo puro,
senza mezzitoni, sfumature
e finti rilevi che tolgono forza e chiarezza
alla naturale potenzialità del simbolo,
ammesso che tale potenzialità,
nel segno originale, esista.

Sergio Bianco, Logogenesi

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